Il
sole è già allo Zenit quando lei arriva.
Se
la si osserva in blocco è una donna dall'età indefinibile,
piccola di statura, ma se ci si sofferma con più attenzione sul
viso si capisce che non deve avere ancora compiuto quarant'anni.
Il
suo corpo già disfatto da cuscinetti di grasso non la frena
nell'indossare costumi da bagno sgambati che lasciano scoperte quasi
del tutto le natiche devastate da buchi di cellulite.
Si
atteggia a gran signora, ha lettini e ombrellone riservati in prima
fila, si sentirebbe umiliata altrimenti.
Parla
al telefono in continuazione, lo impugna in modo sicuro, con finta
noncuranza, con l'altra mano dondola il passeggino nel quale dorme la
figlia neonata.
Conversa
soltanto con quelli che giudica al suo livello sociale, racconta loro
di cene, pranzi e vacanze esotiche.
Ogni
tanto posa il telefono nella Louis Vitton estiva appesa al gancio,
poi si guarda intorno, estrae uno specchio dal beauty-case e si
osserva attentamente la bocca, stiracchia e si lecca le labbra. Poi
prende il rossetto e le ritocca con cura, lo stesso fa intorno agli
occhi con una matita nera; si aggiusta la coda di cavallo e torna a
guardare in giro. Ricontrolla i capelli, mette a posto un ricciolo e
lo arrotola intorno al medio per dargli forma, lo stesso fa con le
altre ciocche fuggite dall'elastico di Fendi.
Ora
indossa i Rayban verde bottiglia, li fa scivolare un po' sul naso e
si gira verso la vicina d'ombrellone sorridendo con sguardo complice.
Il
marito arriva più tardi, giusto in tempo per portare la piccola,
che nel frattempo si è svegliata, a respirare l'aria carica di iodio
sul bagnasciuga.
Al
crepuscolo lei spinge il passeggino fino alla fine della spiaggia.
Mentre si allontana la statura molto bassa la fa sembrare una bambina
che gioca con le bambole.
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